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domenica 6 dicembre 2009

Moon

moon locandina[Attenzione spoiler totale: evitare la lettura se si vuole gustare la visione]
Il pianeta Terra ha finalmente risolto il problema di approvvigionamento energetico, per il settanta percento del fabbisogno si attinge dalla superficie della Luna estrapolando l'Helium-3: energia solare rinchiusa nelle rocce.
Nella base sul satellite grigio c'è un unico astronauta a gestire tutto il processo produttivo altamente automatizzato, è Sam Bell, felice che il suo contratto di tre anni stia per scadere e possa ritornare dalla famiglia. Ma accade un incidente.
È possibile girare oggi un film di fantascienza dove gli effetti speciali sono da anni settanta senza per questo turbare la visione? La risposta è sì, se è accompagnato da una buona atmosfera e sostanza.
Lo stile è veramente essenziale sia dal punto punto di vista tecnologico che in quello comunicativo, praticamente tutta la scena è in mano ad unico attore e il "detto" prende forma per accumulazione di piccole parti. Inizialmente si segue la strada di un viaggio sul “lato oscuro” dell'esistenza umana (the dark side of the moon) costretta alla solitudine, ma è quasi un vicolo cieco, una falsa pista, perché seguendo un nuovo percorso fra clonazione, dis-informazione ed esigenze economiche si arriva indirettamente a parlare di etica e lavoro, evidenziando ancora una volta la potenzialità della fantascienza come strumento critico della società.
La Lunar Industries è la proprietaria dello stabilimento lunare e non è certo interessata alle esigenze affettive ed esistenziali del suo dipendente, quello che vuole è ridurre i costi per massimizzare i profitti e si traduce in evitare viaggi spaziali, costi di selezione del personale e formazione. Cosa c'è di meglio di uno stock già pronto di esseri formati e rimpiazzabili a fine utilizzo che non devono nemmeno essere risarciti se, per caso, le condizioni lavorative arrecano danni fisici? Praticamente niente.
A rendere ancora più barbara questa esigenza di mercato c'è il “comportamento” del computer-robot Gerty che pur eseguendo delle procedure risulta essere più umano di un umano. D'altronde se una delle sue regole di funzionamento è assistere e favorire le attività di Sam Bell che esplicita con un «sono qui per aiutarti» è chiaro che il suo conseguente agire sarà più sensibile di chi viene mosso dalla regola “sono qui per guadagnare il più possibile”. In questa fredda contrapposizione logica “interpretabile” anche da un essere robotico si palesa l'atteggiamento anti-umano che sottende la politica liberista.
Se poi lo sfruttato e ingannato riuscirà a ritornare/andare in una T/terra per provare a riprendersi la dignità che qualche società interplanetaria/multinazionale gli ha rubato, deve preparasi ad essere preso per pazzo o immigrato clandestino.
Deliziato
| Reg: 7 | Rec: 7 | Fot: 7 | Sce: 7 | Son: 8 |

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