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domenica 20 settembre 2015

OPUS di Satoshi Kon

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Il regista Satoshi Kon era presto entrato fra i miei preferiti perché aveva unito due cose che mi piacciono: il genere d'animazione e la tematica di sogno/realtà, ricorrente in tutte le sue opere.
Il mondo dei sogni ha in me una duplice aspetto di repulsione-attrazione. Da un lato ho sempre cercato di allontanarlo e ridurlo perché il dormire sottrae tempo a quello che si vuole fare, dall'altro è il mio "mondo" preferito perché ho un'intensa attività onirica anche se, purtroppo o per fortuna, non si intreccia con la realtà come accade nelle opere di Kon.
Ma a Satoshi Kon sono anche molto affezionato perché ho sentito vicina la sua morte, avvenuta troppo presto, nel mezzo del cammin, per dirla a la Dante, di un male molto simile a quello che si era portato via un mio parente qualche mese prima. 
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I film di Satoshi Kon li ho visti tutti, compresa la bellissima serie Paranoia Agent, mentre l'altro versante delle sue creazioni, quello da cui proveniva, ossia i manga, mi mancavano. Ho quindi deciso di recuperare OPUS.
OPUS inizialmente era uscito a puntate, fra il 1995 e il 1996, nella rivista "Comic Guys", ma Kon aveva dovuto interrompere la collaborazione perché indaffarato nel realizzare il suo primo film: Perfect Blue.
Nel 2014 la Dark Horse Comics ha pensato bene di raccogliere quei lavori lasciati incompleti e allegarci anche le bozze delle tavole finali trovate, dopo la morte di Kon, dentro un cassetto.
Esiste anche una versione italiana, edita dalla Panini, che però è divisa in due volumi (1 - 2). Io ho letto la versione inglese.
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Anche su OPUS incontriamo una collisione fra il mondo immaginario e quello presunto reale, ma in questo caso si dilaga nel metadiscorso dell'autore e la sua opera. 
La storia vede un disegnatore di manga alle prese con le ultime tavole di "Resonance", la scadenza per la consegna è imminente, ma il compito si fa complicato e finirà per cadere dentro al suo mondo. 
Quel disegnatore è ovviamente una trasposizione di Satoshi Kon, anche se nel finale abbozzato scatta l'ulteriore livello meta con il disegnatore nel fumetto che inveisce contro il "suo" disegnatore, per l'appunto Kon, che si giustifica adducendo l'essere impegnato nella realizzazione del suo film, proprio com'era nella realtà (vedi vignetta più sotto).
Nell'albo la questione centrale è l'autore come dio dei suoi personaggi, con il dubbio che i personaggi acquisiscano una vita propria. Nella storia prevale l'azione, ma c'è spazio per quesiti esistenziali vorticosi sul rapporto fra il creatore e la sua arte, e quindi della sua responsabilità.
Insomma abbiamo un fumetto che parla di un fumetto realizzato da un disegnatore che diventerà regista che si domanda quanto della propria vita entri nella sua opera (come personaggi che prendono i tratti delle persone che conosce) e di come si trasferisca parte di sé nell'opera, un meccanismo che in qualche modo rende delle divinità.
Di fronte a questo creatore-dio i personaggi-persone potrebbero quindi avere un buon motivo per biasimare quello che questa entità superiore ha destinato per la loro vita. Tanto banale quanto profetico, considerato cosa aveva in serbo il destino per Kon; quanto insensato se si pensa che un grande "tessitore" non ci sia.

domenica 13 settembre 2015

Leone d'oro 72^ Mostra del cinema di Venezia

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Chissà se il fatto che il presidente della giuria sia stato il messicano Alfonso Cuaròn abbia portato fortuna al film del venezuelano Lorenzo Vigas e dell'argentino Pablo Trapero, vincitori dei premi maggiori. Certo è che in questa Mostra del cinema di Venezia numero 72 a spiccare secondo il tabellino è stato il cinema sudamericano.
Un posticino nei piani alti è riuscito a trovarlo anche l'Italia con una frizzante d'emozione Valeria Golino giudicata miglior attrice, che sarà anche brava ma a me infastidisce appena apre bocca.
Sono contento per il premio speciale ad Anomalisa di Kaufman e spero di recuperarlo e invece dispiaciuto, sulla fiducia, per il nessun premio al film di Sokurov, che era dato da alcuni come favorito per il Leone d'oro.
Per il film scoperto in itinere che più mi ha incuriosito, cito The Childhood of a Leader di Brady Corbet vincitore del Premio Orizzonti per la miglior regia.

  • LEONE D'ORO: Desde allà di Lorenzo Vigas
  • Leone d'argento miglior regia: Pablo Trapero per El Clan
  • Premio speciale della giuria: Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson
  • Coppa Volpi migliore attrice: Valeria Golino per Per amor vostro
  • Coppa Volpi miglior attore: Fabrice Luchini per L'Hermine


Trailer di Desde allà:

martedì 1 settembre 2015

72^ Mostra di Venezia - I film in concorso

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Anche quest'anno è arrivata la Mostra del cinema di Venezia, è l'edizione numero 72 e si mormora sia l'ultima a direzione Alberto Barbera.
Le proiezioni partiranno domani 2 settembre e termineranno il 12. A presiedere la giuria che assegnerà il Leone d'Oro c'è Alfonso Cuarón e fra i giurati l'italiano Francesco Munzi.

Film in concorso a Venezia 72:
  • Abluka di Emin Alper 
  • Heart of a Dog di Laurie Anderson 
  • Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio 
  • Looking for Grace di Sue Brooks
  • Equals di Drake Doremus
  • Remember di Atom Egoyan
  • Beasts of No Nation di Cary Fukunaga
  • Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino
  • Marguerite di Xavier Giannoli 
  • Rabin, the Last Day di Amos Gitai 
  • A Bigger Splash di Luca Guadagnino
  • The Endless River di Oliver Hermanus 
  • The Danish Girl di Tom Hooper 
  • Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson 
  • L'attesa di Piero Messina
  • 11 minut di Jerzy Skolimowski 
  • Francofonia di Aleksandr Sokurov 
  • El Clan di Pablo Trapero
  • Desde allá di Lorenzo Vigas
  • L'hermine di Christian Vincent
  • Behemot di Zhao Liang
Fra i film in concorso le mie maggiori attese vanno a:
- Anomalisa di Charlie Kaufman, lui è uno dei miei sceneggiatori preferiti, il film è un'animazione in stop motion che avevo seguito fin dalle prime idee ed è stato finanziato tramite kickstarter.
- Equals di Drake Doremus, film di fantascienza su un futuro distopico, finalmente, con una società di uguali e senza emozioni, c'è Kristen Stewart.
- Francofonia di Aleksandr Sokurov, lui è uno dei miei registi preferiti, se con l'Arca russa si rimaneva sempre nel palazzo dell'Ermitage in questo nuovo film si rimane dentro al Louvre.
- Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio, almeno un film italiano devo nominarlo, c'è Filippo Timi e l'immancabile Alba Rohrwacher.
Fra i film fuori concorso la mia curiosità cade su due documentari:
- Winter on Fire di Evgeny Afineevsky, documentario sulla Rivoluzione ucraina del 2014.
- Human di Yann Arthus-Bertrand, che a vedere il trailer deve essere un bel agglomerato di poetiche immagini dal mondo.