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sabato 11 maggio 2013

Dead Set + Black Mirror

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[+] Segnalo due serie in un colpo solo perché hanno l'autore in comune, ossia il pungente e geniale Charlie Brooker (conosciuto in Italia per un monologo satirico su Berlusconi), e perché farei fatica a dedicare un post per ciascuna. 
Su Dead Set mi troverei in difficoltà a scrivere molto perché è passato un po' di tempo da quando l'ho vista, per Black Mirror il problema sarebbe contenersi perché ci sarebbe fin troppo da scrivere e quindi uso questo pretesto per costringermi all'essenziale.
Un pregio che hanno entrambe è di essere mini-serie, caratteristica ricorrente in quelle di origine britannica: Dead Set è composta di 5 puntate, la prima dura 45 minuti le altre da 25, un invito a guardarle tutte in una volta; Black Mirror conta già di due stagioni, ma sono entrambe composte da solo 3 episodi di circa un'ora, ognuno autonomo e auto-conclusivo.
Altri due aspetti che hanno in comune sono l'usare il genere, rispettivamente l'horror e la fantascienza, per fare critica sociale, in particolare nella prima una critica sulla società contemporanea e nella seconda una riflessione che mette in guardia su quella che potrebbe essere la società di un futuro più o meno prossimo; l'altro aspetto in comune è molto più personale e riguarda l'essere le due serie che più hanno realizzato alcune mie riflessioni.



Dead Set


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Mentre si sta svolgendo l'ennesima edizione del Grande Fratello nel paese esplode un'epidemia zombie che dilaga rapidamente ovunque. La voyeuristica casa moderna diventa l'ultimo baluardo della presunta "umanità". Potrà resistere?
Mini serie adrenalinica e splatter, dove tutto è metafora della società dello spettacolo.
La TV spesso utilizzata come arma di distrazione di massa, punta a togliere l'attenzione da dove stanno veramente i problemi: tutto intorno. Uno dei paradossi è che nonostante la parola "reality" in queste trasmissioni di vita reale c'è poco. Quelle criticità che non compaiono, che vengono lasciate a margine, finiranno col diventare incontenibili facendo collassare anche il teatrino messo in piedi per ignorarle.
I concorrenti, i personaggi (quello che questo tipo di società desidera siano le persone), se ne accorgeranno con qualche difficoltà solo quando constateranno che il GF non li osserva più, allora sì deve essere successo qualcosa di preoccupante.
Quella rappresentata è la nostra società, stereotipata, superficiale, competitiva, rappresentata da egocentrici e in balia di istinti primordiali. La "casa", il posto sicuro, diventa un credo, ma è solo un baraccone, un'illusione. Pensate possa esserci lieto fine per chi è già un morto vivente?




Black Mirror


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Guardare nello specchio per predire il futuro, guardarci dentro per fissare quali sono gli elementi che potrebbero lievitare, mutare e concretizzarsi in nuovi paradigmi di un modo di vivere ancora più degenere. Questo è quello che prova a fare Black Mirror puntando il riflettore sull'evoluzione possibile del rapporto uomo-tecnologia, ossia sulla relazione più caratteristica della società attuale che pervade ogni aspetto del vivere influenzando i rapporti umani fino a determinarli.
Media e tecnologia sono potenzialmente, da sempre, perversi a seconda dell'uso che sceglie di farne l'uomo, ma hanno raggiunto oggi un grado di capillarizzazione così alto da diventare un fattore determinante.
Da questo presupposto partono tutte le puntate che trattano solo il lato oscuro del rapporto. Per dire di più su come viene sviluppato ogni singola "riflessione" bisognerebbe entrare nello specifico di ogni episodio che è diverso dagli altri per storia, personaggi e collocazione spazio-temporale. Quello che riverbera su tutti è la sostanziale conclusione apocalittica: se poniamo la nostra società di fronte ad uno specchio chiaroveggente ci appariranno futuri lugubri, nemmeno il vetro regge quelle previsioni e si incrina. Se vogliamo diversamente bisognerebbe offrirgli una "faccia" migliore da riflettere.


Qualcosa in comune con: