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giovedì 28 giugno 2012

The Killing (2011)

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[+] The Killing si promuove citando sfacciatamente Twin Peaks e adattando il celebre motto della serie in: «Chi ha ucciso Rosie Larsen?».
Anche il ritrovamento del cadavere sulle rive di un lago è uguale a quello della serie cult di David Lynch, ma per il resto si differenzia molto per la tendenza al realismo.
Il The Killing in questione è il remake di Forbrydelsen, serie televisiva svedese del 2007, ed è appena finita la seconda stagione, rivelando tutti gli altarini ma aprendo, come il mercato vuole, una porticina ad un nuovo caso e quindi un’eventuale terza serie.

Mireille Enos - Jamie Anne Allman - Kristin Lehman
[Mireille Enos - Michelle Forbes - Kristin Lehman]

L’aspetto caratteristico della serie, come dicevo, è la ricerca di realismo al quale si aggiunge l'ottima qualità della recitazione per i personaggi principali. Ogni puntata corrisponde ad un giorno d’indagini che sono sentite in modo viscerale dall’agente Sarah Linden.
A dare corpo alle investigazioni c’è il dramma dei vari sospettati, quello dei segreti familiari che non si vorrebbero far emergere, ma ancora più forte è l'accompagnamento degli intrighi politici: l'omicidio avviene proprio allo scadere di una campagna elettorale che deciderà il prossimo sindaco di Seattle.

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 [Mireille Enos - Jamie Anne Allman - Kristin Lehman]

La prima stagione segue, come accadeva in Twin Peeks, la strada della ricerca della vera personalità della diciassettenne uccisa che sembra avere un lato oscuro e farebbe rientrare i tragici avvenimenti nella classica brutta fine di una giovane che "gioca col fuoco".
Nella seconda stagione scopriremo come stanno veramente le cose, nel mezzo i sospettati saranno molteplici e la suspance una costante. Ci sarà il tempo per conoscere meglio i retroscena della coppia di agenti che segue il caso, i trascorsi dei familiari di Rosie ed avere la conferma che per politici conservatori e democratici il sale della competizione elettorale non è il programma bensì il colpo basso.


Mi aspettavo un finale un po' più rigoroso, c’è un salto ambientale poco credibile nella ricostruzione delle ultime ore di Rosie ed è difficile concepire che l’esecutore ultimo possa aver retto tutto quel tempo, ma è nell'atmosfera creata che il telefilm vince e convince.
Asso nella manica la fotografia cupa di una città dove la pioggia non sorprende e le gocce scendono come lacrime legittime sopra abitanti che covano i propri dolori e dove giovani sognatori, desiderosi di aprire le ali al mondo, vengono affogati prima che possano spiccare il volo.

sabato 16 giugno 2012

LEGO Inception


Ci sono volute circa 1000 ore di lavoro per creare questo video ed è il risultato di un progetto accademico della VFX per la Staffordshire University. Tempo sprecato.
Ho già postato altri video dove il connubio LEGO-Cinema ottiene un bell'effetto, in questo caso devo dire che a me questo "LEGO Inception" non è piaciuto per niente, preferisco i video in stop-motion dove gli effetti grafici sono un qualcosa di integrativo.
A furia di vedere nella rete filmati creati coi celebri pupazzetti e mattoncini, la LEGO si è decisa a creare un film ufficiale che dovrebbe uscire nel 2014. Vedremo quale sarà il risultato, sperando non scelgano questo tipo di grafica.

giovedì 14 giugno 2012

Il Prigioniero (2009) - The Prisoner

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[+] Ho un’idea fumosa di questa serie, parlo del The Prisoner moderno, quello del 2009, in sole 6 puntate da 45 minuti l’una. L'avevo recuperata perché il The Prisoner originale, del 1967, viene spesso citato in altre serie pop.
Non credo d'avere mai visto una puntata della serie originale eppure è come se ne avessi un ricordo. È difficile da spiegare senza sembrare mezzo pazzo, ma nella mia testa e nei miei ricordi è presente una situazione e le relative emozioni che reputo strettamente collegate alla serie, come se fosse un sogno rimasto impresso nella mia mente, una visione ipnagogica.

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Mi sento stordito e in bocca un forte sapore di tè verde coi fiori di gelsomino, guardo una terrazza che confina, rasoterra, con sterminati prati di erba rasa a cui io do le spalle. Di fronte a me ci sono delle raffinare signore inglesi imbellettate con leggeri e larghi cappelli che bevono composte dalle loro tazze posate su tavolini bianchi di metallo.
Improvvisamente mi volto e scatto a correre a più non posso sul prato verso un nulla all’orizzonte. Quando sono ormai senza fiato una bolla gigante mi urta facendomi perdere l’equilibrio, sbatto per terra.
La bolla fluttua a pochi metri da me, con voce maschile mi dice d'essere il numero 2 e mi domanda chi sono io. Non so rispondere, non me lo ricordo, la bolla mi ingloba. Faccio un piccolo tentativo per liberarmi spingendo contro le pareti, sembrano di spessa plastica trasparente, si deformano ma non si spezzano, mi manca l’aria. Soffoco.

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Il Prigioniero (2009) inizia con un uomo disteso a terra in una zona desertica e rocciosa, si risveglia stordito con alcuni confusi ricordi di un'altra vita a New York, e vede un vecchio ferito che sta scappando da qualcuno, si sente solo un rabbioso abbaiare.
L'uomo soccorre l'anziano, ma questo si riprende solo per chiedergli di dire a tutti che lui è riuscito a fuggire ed esalare l'ultimo respiro. Al tipo non rimane che seppellirlo e iniziare a scarpinare nel deserto, fino a giungere al Villaggio dove scoprirà di essere il numero Sei...


L'atmosfera della serie è lisergica, ci si muove nei territori distorti della mente, mentre il nostro protagonista cerca di capire chi è (chi Sei?) in una micro-società ordinata e controllata, dove le case sono uguali e ogni persona ridotta a un numero da incasellare in un ingranaggio funzionale al mantenimento della città.
La serie è ben girata e bravi gli attori, da citare "Gandalf" Ian McKellen nella parte di numero Due, appaga i palati degli amanti di registi come David Lynch e Terry Gilliam e più in generale tutti coloro che apprezzano le narrazioni complesse e frammentate, dove gli accadimenti non sono pienamente comprensibili e si è disposti a scendere nei meandri ossessivi della mente umana tanto da seguire anche le strade che portano ad amare conclusioni.

mercoledì 6 giugno 2012

Il migliore canale tv per i cinefili

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Avevo già dedicato un post ai canali del digitale terrestre che proponevano il palinsesto più adatto ai cinefili, questa volta vorrei tessere gli elogi ad un canale in particolare, quello che merita il premio per essersi contraddistinto nel panorama della tv e anche nel web (vero valore aggiunto).
Sto parlando di RaiMovie.
Il canale è cresciuto molto negli ultimi mesi e vanta una copertura completa: potete vederlo sulla tv, sul computer, su iPad ed essere allertati dei film di spicco in prossima trasmissione tramite i cinguettii di Twitter e gli aggiornamenti della pagina Facebook.
Quello che mi piace in particolare di RaiMovie lo voglio riassumere in 3 punti, 3 P:
  1. Pubblicità al minimo - Alle volte pure troppo poca, mi è capitato di vedere film senza nemmeno un’interruzione. Eccheccaspita, pubblicitari illuminati investite su uno spot di qualità da piazzare almeno fra un primo e secondo tempo, così da permetterci di versare la birra nel bicchiere o fare una corsetta al bagno.

  2. Propone film di qualità - Il parco film di RaiMovie è raffinato, si vede la cura nella scelta dei titoli. In particolare apprezzo l’impegno nel riproporre validi film del passato che sono poco conosciuti o che non sono proposti dalla "vecchia" tv, si rivelano una manna per chi ne ha letto o sentito parlare e non saprebbe altrimenti come recuperarli. 

  3. Personalità - RaiMovie riesce a creare uno spirito intorno al canale e si fa sentire come "presenza". Provate a seguire la timeline del loro Twitter, navigate nel sito, guardate due-tre film... Vi ritroverete a percepirne la personalità, apprezzerete il suono caratteristico delle pause e il calore della passione rivolta al mondo cinema che emana.
RaiMovie dà un senso al pagamento del canone Rai per il cinefilo.
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