blocco minilista tutti i film serie tv varie cinema 100 film preferiti informazioniblocco mini

mercoledì 29 settembre 2010

Revolution OS

(*) [Si può vedere gratis su Google video] Documentario sulla genesi e primo sviluppo dei progetti GNU e Linux che, incontrandosi, hanno generato il rivoluzionario sistema operativo in grado di liberare i nostri computer dai sistemi proprietari.
Si pone l’attenzione su rapporto e differenza tra la filosofia Free Software e quella Open Source, ripercorrendo la storia con interviste ai protagonisti. Ovviamente non mancano i celebri Richard Stallman e Linus Torvalds e le frecciatine nei confronti della Microsoft: il grande “nemico”.
Il film non è recente, è del 2001, e quindi per forza di cose manca tutto lo sviluppo che il sistema operativo del pinguino ha avuto nell'ultima decade. Sono nate molteplici distribuzioni di GNU-Linux (così andrebbero chiamate, per comodità abbreviate con un più generico Linux) e ci si è scontrati con un nodo cruciale, ossia le problematiche del divenire user-friendly per proporsi come vera alternativa anche per il grosso degli utilizzatori di computer, che non sono appassionati o esperti informatici.
Sotto questo punto di vista grandi passi in avanti sono stati fatti e qualche breccia nell'opinione pubblica si è aperta.
"
Hackers, programmatori e ribelli UNITI!" Sogniamo un mondo con Linux perfettamente funzionante in ogni computer!
Gradito
| Reg: 5 | Rec: - | Fot: 4 | Sce: 6 | Son: 5 |

domenica 26 settembre 2010

Survival of the Dead

Survival of the Dead locandinaOh Romero Romero perché sei tu Romero?!
Rinnega gli zombie, rifiuta il tuo nome, o se non vuoi giura che non farai più un film buono e poi uno scadente.
Solo il tuo nome è un marchio: tu sei tu.
Che vuol dire Romero?
Vuol dire film zeppi di non-morti in vecchio stile, quelli lenti. In questo caso siamo al sesto capitolo girato dal maestro del genere. Praticamente si tratta di uno spin off scaturito da una scena di Diary of the dead dove un gruppetto di militari bloccava il camper dei protagonisti (scena che si rivede a mo' di aggancio esplicito). I militari diventano i nuovi protagonisti alla ricerca di un lido sicuro o almeno un posto migliore rispetto a quello dove si trovano. Qualcuno pubblicizza in rete una piccola isola meravigliosa, loro non si fanno scappare l'occasione.
In realtà l'isola è abitata dai discendenti di due famiglie e il principale interesse dei capostipiti è la gestione del potere, cosa che diventa ovviamente problematica. Il primo atto si conclude con la cacciata del più drastico nella gestione degli infetti, ma è scontato che tornerà in "patria" con le nuove leve.
Survival si ibrida con il western, due “bandiere” sventolano per una guerra che non si ricorda nemmeno perché è cominciata, ma deve essere portata orgogliosamente a termine per far valere le rispettive ragioni. Ossia deve esserci il duello finale.
Anche questa volta Romero, come un bravo cuoco, riesce ad aggiungere qualche ingrediente ad una ricetta banale e dare un gusto nuovo. La seccatura è che qualche elemento doveva essere avariato. Siamo lontani dagli ottimi "Diari" (che consiglio), anche se si concede una piccola postilla al discorso sull'impatto dei nuovi media, aggiungendo che un iPhone è meglio di un notebook, ma è buttato là, non approfondisce.
Purtroppo si dimentica di un'altra questione molto rilevante: le fonti energetiche. Nonostante il mondo sia devastato, elettricità e benzina sembra non manchino mai. Invece non era da sottovalutare questa vera e propria "dipendenza".
«Tempi di merda, gente di merda»
Sgradito
| Reg: 5 | Rec: 4 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 7 |

sabato 25 settembre 2010

Chan - Buona la prima... (gif animata)

Jackie Chan animato

In un film d'azione di solito vediamo solo la scena meglio riuscita, ma a precederla ci sono stati tentativi non sempre finiti bene. Ne sa qualcosa Jakie Chan che rinunciando all'uso di stuntman si è infortunato più volte sul set.
La violenza delle sue arti marziali è epurata, praticamente bonacciona, e uno dei tratti caratteristici dei suoi film sono i simpatici titoli di coda con gli errori da lui compiuti nel girare alcune scene.
Nella citazione dell'immagine animata qui sopra si è scelto invece una divertente alternativa con spruzzi di sangue.

mercoledì 22 settembre 2010

Estasi di un delitto

(*) Arcibaldo De la Cruz si reca al commissariato per incolparsi di alcune morti che, a suo dire, riguardano le donne che voleva uccidere.
Attraverso il flashback scopriremo che, di fatto, i suoi impulsi omicidi non venivano mai soddisfatti direttamente, erano le circostanze che portavano agli sventurati epiloghi.
Buñuel fa del romanzo di Rodolfo Usigli una commedia nera con sentori hitchcockiani nella quale un figlio della borghesia si trova adulto e complessato a causa dell’educazione cattolica ricevuta da bambino. Un carillon diventa l’oggettivazione del legame col passato, e la sua litania, per il protagonista, si rivela l'incitamento di un potere demoniaco.
Ritroveremo dopo i racconti degli eventi un Arcibaldo rincuorato, ha ricevuto la sua “confessione”, ma per essere veramente libero deve gettare qualcosa e recuperare qualcuna.
Gradito
| Non avevo segnato i voti |

lunedì 20 settembre 2010

The Informers - Vite oltre il limite

the informersPrimi anni ottanta, siamo a Los Angeles, fra musica, Hollywood e vita comune. La sensazione è quella di essere giovani per sempre, al ritmo del rock, bevendo e condendo ogni avvenimento con la droga.
I personaggi sono rappresentativi della sezione sociale scelta: rock star maledette, ricchi-belli-viziati e chi gli gira intorno, senza tralasciare gli esclusi dal palcoscenico.
Quelle storie di vita si toccano, si affiancano, e mentre alcune stonano tutte vengono attratte da una voragine bianca accecante: il vuoto di un’epoca che ha prosciugato i corpi, abbandonandoli senza un senso su una spiaggia arsa da una luce artificiale.
Lo schema ricorda Magnolia, ma non riesce ad emularne la carica emotiva e ricrearne il coinvolgimento, qui si segue una struttura incerta sia nei legami fra le storie che nel senso globale. Forse il film si fa proprio uguale alle storie che racconta, inglobando in sé la superficialità, facendo più esposizione “fotografica” di una generazione senza morale che riflessione su una generazione perduta. In tal modo risulta nel suo compimento insoddisfacente proprio come quelle vite spogliate.
Quello presentato è uno spaccato sociale che festeggia mentre scorre la morte, che si diverte mentre diffonde l’AIDS, che è triste ma deve sorridere; è questa incoscienza o coscienza nichilista? Intanto chi sogna di essere una star sprofonda nella delinquenza, e chi vorrebbe essere solo quello che è, appare insufficiente, anacronistico, tanto da essere praticamente disprezzato anche dal proprio padre.
The Informers è l’adattamento del libro Acqua dal sole di Bret Easton Ellis che ha partecipato alla sceneggiatura, ma l’impressione è che sia necessario andare a cercare nelle pagine dello scrittore per trovare un po' di ordine, cosa carente in questo film che però ha il merito di trasportare bene un senso di perdizione imperante.
Gradito
| Reg: 5 | Rec: 6 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 6 |

domenica 19 settembre 2010

Poliziotti fuori - Due sbirri a piede libero

poliziotti fuoriGli sbirri Jim e Paul festeggiano proprio oggi nove anni “di coppia” squinternata e un’operazione mal gestita porta il loro capo a strappargli pistola e distintivo per un mese. Ovviamente per loro non fa differenza e con l’intenzione di recuperare una figurina di baseball di grande valore, necessaria per coprire le spese di matrimonio della figlia di Jim, sventeranno anche i piani della gang messicana che gestisce un traffico di droga.
Si apre con No sleep till Brooklyn dei Beastie Boys e penso sia una buon inizio, ma dopo 10 minuti volevo spegnere tutto. E avrei fatto bene.
Senza stile, si fatica a credere che il regista sia quello di Clerks, per carità c’è almeno un suo elemento classico, il linguaggio scurrile, ma essere sboccati non implica far ridere.
Una commedia d’azione che disgusta in entrambe le voci: gag che faticano a strappare un sorriso e mancanza di dinamismo, con una trama del già visto con tempi morti e per niente avvincente.
Bye bye Kevin Smith, ti abbiamo venduto, ehm, pardon, perduto.
Nauseato
| Reg: 4 | Rec: 4 | Fot: 4 | Sce: 4 | Son: 6 |

sabato 18 settembre 2010

Tre siti che possono interessare ai cinefili


Su Movieclips si possono trovare le scene migliori di vari film da vedere e condividere facilmente su Twitter, Facebook e altri servizi di social network.





Open culture promuove una cultura aperta e per farlo raccoglie e condivide gratuitamente vari contenuti come audio books, corsi online, eBooks e anche film (in inglese).
In particolare suggerisco i film di Tarkovsky che sono stati inseriti da pochi mesi.


Se vi piace il pulp, il vintage e le altre declinazioni del genere dovete fare un giro sul Pulp international ovviamente è ricco di immagini, foto e locandine varie.
«Pulp, molto pulp, pure troppo».





giovedì 16 settembre 2010

Salt

salt angelina jolieEvelyn Salt è stata una spia infiltrata in territorio nemico, scoperta e torturata, non ha tradito la copertura e alla fine è riuscita a tornare in patria grazie a uno scambio di prigionieri.
Oggi è un’agente affermata della CIA e vorrebbe passare la serata con il suo compagno, ma arriva un russo ad accusarla di essere una spia dormiente prossima a compiere un attentato che darà il via ad una guerra nucleare. Chi è veramente Salt?
Si rispolvera atmosfera da guerra fredda, fantasmi del passato che continuano a tormentare rendendo grigio il presente. Più che al lato politico si punta tutto sull’azione con un risvolto nel lato psico-filosofico.
Il ritmo è scandito da un assemblaggio di tante “situazioni” tipiche del genere alle quali si può ormai attingere a piene mani. C’è la fuga sui tetti di veicoli in marcia, in un domino perfetto; il free-climbing, a salti, in discesa, nel vano ascensore; la guida da passeggero con teaser elettrico sulla gamba del conducente (che fa molto Crank). L’occhio non si annoia, il tempo viene scandito dal battito cardiaco accelerato, ma quello che manca è il cuore.
Ormai si celebra comunemente in molti film d’azione il supereroe “realizzato”, un superuomo che è individuo autonomo, autosufficiente, in grado di controllare le emozioni, iper-addestrato per ogni situazione: uno che vale centomila.
Questa volta il ruolo del caso va ad una superdonna, una Jolie monolitica e mono-espressiva (tranne in un momento in cui fa la tipica faccetta della donna a cui non puoi dire di no; ovviamente un inganno per fregare l’uomo di turno). Purtroppo non è più la bad girl di una volta, si vedono gli anni passati, magra come un grissino risulta poco convincente quando picchia, ma non si spezza. Eppure è la sua parte l’unico tocco nuovo dell’operazione e dona la vera sfumatura che trasborda dal contorno del racconto già visto, portando un surplus. Il suo personaggio diventa emblema di emozioni se non estirpate, stipate nel profondo, compresse al punto che non trovano spazio nemmeno quando si trova di fronte al peggio. Lei non si ferma, avanza, più determinata di prima.
Qui non si lotta alla ricerca di un’identità dispersa nel mare magnum postmoderno, com’era per il “cugino” Jason Bourne, ma si scappa dall’identità perché senza diventa più facile agire (basta un po' di colore ai capelli per essere un'altra).
Prima superuomini, ora superdonne, sempre più automi, sempre meno umani.
Gradito
| Reg: 7 | Rec: 6 | Fot: 7 | Sce: 6 | Son: 7 |

mercoledì 15 settembre 2010

La Horde

la hordeNella periferia parigina è appena stato seppellito un agente di polizia, questa notte verrà il tempo della vendetta. I colleghi del defunto vogliono giustiziare, senza processo, chi ha assassinato il loro compagno di lavoro.
Ma qualcosa non va secondo i piani e vengono scoperti, la situazione viene sconvolta ulteriormente da un morto che torna in vita.
Le luci che illuminano Parigi sono quelle della rivolta e si “ammirano” delle banlieue, infatti il palazzo assediato non è solo quello di vetro, ma anche quello decrepito dove poliziotti-emarginati-criminali-immigrati si trovano a far parte dello stesso gruppo, condividendo la stessa identica minaccia. Con diffidenza, e come unica strada, c’è la collaborazione: l’odio va represso perché si salvi qualcuno.
L’archetipo dello zombie questa volta viene usato per riferirsi ad una classe di persone, là fuori, che sembrano chiedere aiuto perché muoiono di fame. Il problema è che il cibo siete voi.
La satira della società è chiara e il genere scelto per rappresentarla passa rapidamente da un polar all’horror splatter violento e ironico che si concede pure "significativi" momenti di sadismo.
I personaggi sono stereotipi usa e getta con un elemento in comune: sono tutti mossi da un'aggressività da istinto animale, anche l‘unica donna, e pure troppo, come vedremo nel finale.
C’è tanta azione, si perde il cervello, lo si spappola, e viene specificato chiaramente il perché: «non cambierà un granché con il tuo comportamento da Madre Teresa». Lo spirito interventista è al o-noi-o-loro, sembra che il problema non sia più gestibile in forme civili: «sei in ritardo, è già da tempo che il mondo ha preso la tangente!».
Avvertimento o constatazione?
Gradito
| Reg: 7 | Rec: 6 | Fot: 7 | Sce: 6 | Son: 7 |

[Se volete un’introduzione al film potete sfogliare il “Piccolo manuale di autodifesa dagli Zombie” disegnato da Davide Toffolo, fumettista oltre che cantante dei Tre Allegri Ragazzi Morti, quindi adattissimo. È distribuito anche in cartaceo da Fandango per l'uscita italiana del film]

sabato 11 settembre 2010

Leone d'oro 67^ Mostra cinema di Venezia

sofi coppola leone venezia
I premi alla Mostra d'arte cinematografica di Venezia numero 67 sono stati consegnati, mentre attori e registi italiani erano al bar per umidificare la bocca rimasta asciutta.
Ha vinto Somewhere, film di Sofia Coppola, la ex-fidanzata del presidente della giuria Quentin Tarantino. L'ho ascoltata alla conferenza di presentazione del film e a quella dell'assegnazione del premio e mi è sembrata sempre dolce e spontanea, con un fascino particolare diffuso da un viso che appare sempre velato di timidezza.
Un piacere è stato il doppio premio (Leone d'argento e Osella per la migliore sceneggiatura) agguantato dallo spagnolo Alex De la Iglesia. Come avevo scritto era uno dei due registi che tifavo, ma sinceramente non pensavo presentasse un film in grado di sgraffignare qualche riconoscenza. Sono proprio curioso di vederlo.

  • LEONE D'ORO: Somewhere di Sofia Coppola
  • Leone d'argento miglior regia: Alex de la Iglesia per il film Balada triste de trompeta
  • Premio speciale della giuria: Essential Killing di Jerzy Skolimowski
  • Coppa Volpi migliore attrice: Ariane Labed per Attenberg
  • Coppa Volpi miglior attore: Vincent Gallo per Essential Killing

Trailer di Somewhere:

mercoledì 8 settembre 2010

Splice

spliceClive ed Elsa sono giovani e brillanti ricercatori, fanno coppia anche nella vita privata e loro la vita la creano pure, in laboratorio, “partorendo” nuovi esseri che dovrebbero produrre miracolose proteine per curare le malattie dell’uomo.
Le loro pratiche necessitano però di ingenti finanziamenti e senza risultati il rubinetto si chiude. Si lanciano quindi in un avventato esperimento: aggiungere ai loro composti animali un po’ di DNA umano. Nascerà Dern.
Vincenzo Natali è lo stesso regista di The Cube dove con poco era riuscito ad ottenere molto in atmosfera, qui c’è più materiale per quanto riguarda effetti speciali (grazie alla produzione by Guillermo del Toro) e un po’ d’aria cronenberghiana, ma è aria condizionata. Il tema trattato è quello delle implicazioni etiche legate alla scienza e alle pulsioni umane, una forza risultante che spinge oltre certi limiti, e quando ci si spinge oltre al conosciuto il giusto e il sbagliato possono confondersi.
In questo caso si aggiunge anche un fattore incognito e “non calcolato”, un punto di visto che emerge dopo “l’esperimento” e ne è proprio il suo compimento. Il risultato infatti non è una cosa, un numero, ma un essere in grado di una qualche coscienza.
Materiale interessante ce n’è, ma la sua gestione è fallimentare. La prima parte del film cattura grazie alla tensione che si crea intorno alla creatura e all’intrecciarsi con il lato psicologico dei due genetisti, comincia a vacillare quando inizia l’effetto Frankenstein di Dern che manifesta amore-odio verso i suoi creatori-genitori che diventano poi pure amanti. Sono proprio le confuse pulsioni sessuali della nuova creatura a dare una rapida svolta horror al film alla quale abbandonarsi con un blando sorrisetto consci che il film è naufragato.
Poco convincente anche l’evoluzione della creatura che da semi-pulcino si trasforma in umanoide attraente con le più svariate “abilità”: branchie, zampe che permettono salti da canguro, coda velenosa modello scorpione con iper-rigenerazione e non si fa mancare nemmeno le ali che spuntano dalla schiena come fossero fazzoletti dalle tasche.
La scienza genetica con intenti umanistici, ed economici, produrrà mostri… Anche Splice ha fatto la stessa fine (forse è geniale).
Sgradito
| Reg: 6 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 6 |

lunedì 6 settembre 2010

Per qualche dollaro in più

(*) Ho sempre avuto un preconcetto verso il genere western ma ogni tanto mi sono sforzato di dargli qualche possibilità. In questo caso il titolo è uno di quelli celebri della storia del cinema e quindi l'impegno era dovuto.
Confermo che la tipologia non mi piace, ma ho assaporato regia e montaggio oltre all'utilizzo del suono messo veramente in primo piano.
L'ho gradito più per lo stile che per la storia che non mi ha entusiasmato.
È il secondo capitolo della trilogia del dollaro, anello di congiunzione fra gli altri due celeberrimi film di Sergio Leone: Per un pugno di dollari e Il buono, il brutto, il cattivo.
Gradito
| Reg: 8 | Rec: 7 | Fot: 8 | Sce: 7 | Son: 8 |

Tropic Thunder

(*) Tre star di Hollywood sono alle prese con il film di guerra più costoso della storia del cinema, ma in una scena in mezzo alla giungla la finzione diventa troppo reale...
Parodia dei film del genere “guerra” in stile Ben Stiller con un risultato non esaltante. Battute del tipo “bubusette vi faccio a fette” e ironici proverbi del tipo “quando la mandria perde la strada, il pastore uccide il toro che porta allo sbando”: non si riesce ad andare oltre qualche sorrisetto un po' forzato.
Scorre in superficie pur avendo l'intenzione di grattare, ma non lascia alcun segno.
Sgradito
| Reg: 6 | Rec: 6 | Fot: 6 | Sce: 6 | Son: 7 |

domenica 5 settembre 2010

Arcade Fire - Unstaged (Full Show) - [Regia: T.Gilliam]

arcade fire regine chassagne
Arcade Fire live from Madison Square Garden, directed by Terry Gilliam.
Watch the full show again for a limited time only! [SCADUTO]
Poi bisognerà per forza trovare un download.
Per recuperare qualche estratto vedere QUI.
  • Ready to Start
  • Neighborhood #2 (Laika)
  • No Cars Go
  • Haiti
  • Empty Room
  • The Suburbs
  • Crown of Love
  • Rococo
  • Intervention
  • We Used to Wait
  • Neighborhood #3 (Power Out)
  • Rebellion (Lies)
  • Month of May
  • Keep the Car Running
  • Neighborhood #1 (Tunnels)
  • Sprawl II (Mountains Beyond Mountains)
  • Wake Up
Bellissimo! Anche quando Régine Chassagne stona di brutto.

Aggiornamento
Si può ritrovare QUI.

The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair

(*) Troppo artefatto, meccanico e ripetitivo. Fondato su un'idea che dal punto di vista teorico è un "furto" al Cannibal Holocaust di Diodato. Forse l'unica vera trovata "valida" del film fu l'operazione di marketing che precedette la sua uscita spacciando tutto il girato per un vero documentario.
Io avevo rimandato la visione proprio perché troppo inflazionato al tempo e avrei potuto continuare a snobbarlo senza perdermi nulla, risparmiando pure qualche sbadiglio.
Notevole il problema del doppiaggio italiano.
Sgradito
| Reg: 5 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 6 |

La Mosca

(*) Uno scienziato sperimenta il teletrasporto ma un imprevisto fa mischiare al suo DNA quello di una mosca causando una progressiva metamorfosi e il delirio.
La mutazione, come ogni diversità, emargina l'uomo e al dolore insito in questa alterità c'è da aggiungere la solitudine che l'accompagna.
Arrivo tardi a questa visione e mi aspettavo di meglio, forse perché nel "ritardo" avevo già visto evoluzioni sullo stesso discorso che mi hanno fatto percepire il film come un po' limitato, senza niente da aggiungere. Sicuramente nel 1986 l'effetto sarebbe stato diverso, ma preferisco altri lavori di Cronenberg.
Sgradito
| Reg: 7 | Rec: 6 | Fot: 6 | Sce: 6 | Son: 7 |

sabato 4 settembre 2010

Zathura - Un'avventura spaziale

(*) Nella locandina di Zathura c'è scritto "dai creatori di Jumanji" e guardando il film si denota subito la stretta parentela dato che ne sfrutta lo stesso identico schema: un gioco da tavolo trasforma la casa in un nuovo scenario dove materializzare una fantastica avventura formativa.
In questa "partita" l'ambientazione non è la giungla, ma lo spazio, con degli elementi che richiamano alla fantascienza anni sessanta.
Praticamente un film per la famiglia che riesce a divertire aggiungendo un po' di classica morale, insomma una visione ideale per una serata del periodo natalizio.
Gradito
| Non avevo segnato i voti |

Amore, bugie e calcetto

(*) Offre più di quello che ci si aspetterebbe. La partitella settimanale di calcetto è per sette uomini una via di fuga, dietro ogni ruolo in campo si rivela una caratteristica persona e quasi una metafora di vita.
Quel correre amatoriale inseguendo una palla e cercando di battere l'avversario sprigiona anche una forza comune, un "fare squadra" che aiuta ad affrontare/dimenticare le singole difficoltà della vita che avanza, e anche quelle che si trascina dietro.
Una commedia, italiana, sentimentale, pure con titoletto frivolo, tutto faceva prevedere del pattume, ma non questa volta, questa volta c'è spazio per un po' di sincerità.
Gradito
| Non avevo segnato i voti |

venerdì 3 settembre 2010

Recensioni abbandonate


penna e calamaio
Come avevo già scritto in passato, mi capita di raccogliere note dei film che ho visto in documenti di testo per poi trasformarle nei miei post-visione.
A volte, anzi sovente, non mi viene voglia di scriverci sopra o perché non ne sono capace o perché non c'è molto da dire, così si accumulano e non si trasformano in niente.
Ho deciso di trasferire quei film dispersi sotto forma di commento breve sul blog, riprendendo un po' quell'intenzione che avevo avuto tempo addietro di recensioni flash, e per il "piacere" di una personale catalogazione che era una delle spinte iniziali, ormai quasi svanita, de Il Recidivo.
Questo per anticipare ai lettori che seguiranno una serie di post frugali.