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mercoledì 24 febbraio 2010

Mary e Max

mary e maxIn un paesino australiano la piccola Mary cresce senza attenzioni con una madre alcolizzata e un padre che lavora alla fabbrica delle bustine da tè attaccando le cordicelle. Le hanno spiegato che i bambini sono sempre voluti: vengono trovati dai loro papà in fondo a grossi boccali di birra.
Mary non è bella, un po’ impacciata, passa il tempo in casa a guardare la sua serie animata preferita in compagnia di un galletto, si sente sola. Un giorno da un elenco telefonico delle poste strappa un indirizzo, è quello di Max Horovitz un quarantenne che vive a Now York, ossia dall’altra parte del mondo, e decide di scrivergli.
Max ha fatto strani lavori, frequenta un corso per “obesi anonimi” perché è sovrappeso e va matto per la cioccolata, è anche affetto dalla sindrome di Asperger, eppure ha qualcosa in comune con Mary: segue la stessa serie animata che le piace tanto.
I due distantissimi personaggi intraprendono una lunga corrispondenza che li trascina in un’amicizia apparentemente impossibile.
Il regista Adam Elliot si era già fatto conoscere accaparrandosi un Oscar nel 2004 con il corto Harvie Krumpet, continua sull’ammirevole strada del stop motion di alto livello in un film che parte, e amplia, il tema della solitudine e dell’amicizia.
Mary ricorda una versione brutta di Mafalda e desidera aprirsi al mondo, Max è spaventato dal mondo, non riesce a trovarsi a suo agio nella illogicità dei comportamenti delle persone. In una narrazione che segue il ritmo della corrispondenza si passa continuamente dallo sconforto alla risata e si assiste all’evolversi delle due esistenze, già di per sé complicate, sconquassate da un incontro che non esiste fisicamente, un incontro epistolare che acquista un’aura romantica nella nostra era digitale.
Nel film non c’è una rivincita dei diversi, quello a cui si assiste è il rincorrere un desiderio, quello di essere accettati nonostante i propri difetti. Un film in gran parte "scuro", con un mood quasi burtoniano, mentre nella scrittura ricorda l’ironia tagliente di Woody Allen.
Il succo è che la vera amicizia si vede con il cuore non con gli occhi, quella che ci viene presentata infatti è un’amicizia che non conosce confini di età, geografici, né di presenza fisica; due personaggi candidi coinvolgono lo spettatore nella ricerca di venature genuine in un agglomerato sempre più grigio.

P.S. Recuperatelo!
P.P.S. Apprezzerete anche questa riga.
Estasiato
| Reg: 8 | Ani: 8 | Fot: 8| Sce: 8 | Son: 8 |

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