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lunedì 22 dicembre 2008

Changeling

ChangelingNella Los Angeles del 1928 la giovane madre Christine torna dal lavoro e non trova in casa il figlio, è scomparso. La polizia della città sguazza in cattive acque e non può permettersi di fare ulteriori brutte figure di fronte alla stampa quindi ritroverà il bambino a costo di sostituirlo con un altro.
Il film inizia con un'atmosfera incerta con la Jolie che appare troppo sopra il film e il bambino troppo impostato (complice un non semplice né efficace doppiaggio), insomma una donna e un bambino che non sono molto credibili, sanno di artefatto, stonano.
Il compito è difficile, una mamma che perde il figlio e che viene sostituito con un altro, come riuscire a rendere la sofferenza senza storpiare? Angelina ci riesce bene nel proseguo del film, ma rimane la sensazione che reciti troppo sopra le righe.
Eastwood ha ormai un suo marchio in questi drammi americani e riesce sempre a colpire, a toccare l'uomo nella sua essenza occidentale. Questa volta propone un fatto realmente accaduto per mettere in mostra cos'era l'America di poco meno d'un secolo fa, ma nella sostanza vuole mostrare il come si è "superato" quel fatto, estraendo un certo humus dello spirito americano.
Nel film di Clint sembra che per vivere sia imprescindibile un duplice atto di fede, non solo nella religione, che rimanere sempre sullo sfondo, a vegliare, ma ad essere protagonista c'è anche una laica fede, quella nella democrazia che è sentita con fervore, direi commovente a confrontarla a quella che si percepisce nell'Italia di oggi.
In una situazione in cui chi ha potere decide cosa deve essere vero ("il regolamento è quello che dico io") e quando i dissidenti vengono fatti scomparire in umilianti e disumani ospedali psichiatrici, rimane sempre la speranza nelle persone buone e in un invisibile pubblico giudicante: il popolo.
Non è solo la fede con "gli infiniti modi di operare del signore" a dare sostegno nella difficoltà e nella disperazione, la seconda stampella è terrena, viene dall'opinione pubblica e dalla legge, dal poter contare su qualcuno che giudicherà i fatti e sentenzierà.
Questo buon film ha un pregio in più per lo spettatore italiano ed è quello di mettere in risalto quali sono gli elementi che danno forza al singolo in una democrazia: stampa libera, una legge che porta a termine il suo compito e un popolo che vigila. In queste condizioni anche i drammi sono ridimensionabili, la vita può apparire meno ingiusta ed è legittimo continuare a sperare.
Deliziato
| Reg: 8 | Rec: 7 | Fot: 8 | Sce: 8 | Son: 7 |

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